Don Ciotti

Grande partecipazione degli studenti del Liceo Marconi all’incontro dello scorso 7 Febbraio presso il Teatro San Paolo, con don Luigi Ciotti, presidente di Libera

“Non siate cittadini a intermittenza”

“I problemi si affrontano le persone si incontrano”  ha affermato don Luigi Ciotti lo scorso 7 Febbraio rivolgendosi ad una platea di circa 260 alunni del Liceo “G.Marconi” riuniti presso il Teatro San Paolo di Foggia che hanno seguito con estrema attenzione e viva partecipazione l’incontro, introdotto dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Piera Fattibene, cui ha partecipato anche Federica Bianchi della sede provinciale di Libera.  

Da Caponnetto a Giovanni Falcone, da don Lugi Sturzo, da don Tonino Bello a papa Francesco tante sono le figure rievocate ed i temi affrontati e trattati nel corso dell’incontro cui hanno dato inizio le domande dei ragazzi che stanno svolgendo dei percorsi di approfondimento in preparazione alla giornata del 21 Marzo (giornata istituzionale grazie ad una legge dello stato) dedicata alla memoria ed all’impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie.

Memoria ed impegno, elementi indissolubilmente legati in quanto la memoria è “consapevolezza e responsabilità”. “Occorre distinguere per non confondere” ha proseguito don Ciotti, ponendo in primo piano la questione della corruzione che sempre di più si lega al fenomeno mafioso. “La mafia oggi opera attraverso la corruzione e l’infiltrazione, sotto traccia” ha continuato don Ciotti richiamando ognuno a “fare la propria parte”. Ripercorrendo le tappe della sua personale vocazione sviluppatasi poi attraverso l’esperienza del Gruppo Abele e il suo apostolato rivolto agli ultimi, agli emarginati (senza fissa dimora, immigrati, drogati) ha poi ricordato una serie di incontri fondamentali che hanno segnato la nascita di Libera (con Giovanni Falcone prima e con la madre di Antonio Montinaro poi): un impegno che continua a portare avanti nonostante i grandi sacrifici personali e le minacce alla sua stessa incolumità.

Ma la carica di entusiasmo, veramente carismatica, ha trascinato i ragazzi nel suo ottimismo della volontà spronandoli ad approfondire la conoscenza dei fenomeni e degli avvenimenti del passato come del presente, soffermandosi in particolare sulla povertà dei paesi extracomunitari e delle responsabilità del mondo occidentale e civilizzato nel determinare le cause di flussi migratori che ora si vorrebbero solo arginare mediante politiche di contenimento e respingimento  e condannando con fermezza fenomeni -anche recenti- di violenza razzista indiscriminata.

Non c’è legalità senza uguaglianza” avvertendo tuttavia come spesso sia diffuso un concetto di legalità “malleabile e sostenibile” deve essere “mezzo, tramite per la giustizia”, “Non accontentatevi di una informazione di seconda mano” ha poi avvertito don Ciotti che, rivolgendosi ai giovani (spesso amareggiati, impoveriti e frastornati) li ha poi incoraggiati a non guardare solo alle zone d’ombra ma ad “illuminare le cose belle che ci sono”.

Marina d’Errico

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