Un tributo alle Dark Ladies della letteratura in occasione dei duecento anni della pubblicazione del Frankenstein di Mary Shelley

Manifesto ShelleyAnche quest’anno il Centro per il libro e la lettura ha proposto dei filoni tematici ai quali ispirarsi per i contenuti delle proprie iniziative durante la campagna “Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole” 2018.  Si è pensato di incentrare l’iniziativa sulla ricorrenza del bicentenario della pubblicazione del capolavoro di Mary Shelley (“ 200 anni: buon compleanno Frankenstein!”) che apre a vasti orizzonti di riflessione: dal confine tra scienza e fantascienza ai limiti del progresso tecnologico, dall’inarrestabilità della ricerca scientifica ai dilemmi etici di fronte alle possibilità e alle scoperte delle quali l’uomo è capace.

In particolare in questa giornata si è pensato di incentrare l’attenzione su quelle scrittrici che, in quegli anni che videro le prime forme di emancipazione della donna (A Vindication of the Rights of Woman with Strictures on Political and Moral Subjects del 1792  di Mary Wallstonecraft, madre della scrittrice Mary Shelley, è considerato il primo testo femminista della storia) cominciarono a pubblicare romanzi di ispirazione “gotica”, riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico.

Il romanzo di Mary Shelley può giustamente ritenersi il capostipite di tutta una serie di romanzi ed opere cinematografiche incentrate sul tema del rapporto tra scienza e fantascienza, tra forze della ragione e forze occulte dal sapore “demoniaco”, sui timori e le angosce suscitate dai pericoli di uno sviluppo incontrollato della scienza, le cui “creature” mostruose, frutto del “sonno della ragione”, finiscono per ribellarsi all’uomo che ha  osato violare le leggi di Dio e degli uomini….

Non solo Mary Shelley che può considerarsi, a buon diritto, con il suo “Frankenstein o il Prometeo Moderno” una delle prime scrittrici dell’era moderna che abbia interpretato la nuova sensibilità preromantica, ma anche Ann Radcliff, pioniera della letteratura horror,  Emily Bronte, il cui  “Cime Tempestose” rappresenta un romanzo pienamente gotico,  Jane Austen che in “Northanger Abbey” fornì della letteratura gotica una garbata ed intelligente parodia,  sino a scrittrici più vicine a noi come Stephenie Meyer, la cui trilogia horror “Twilight” ha riscosso grande successo –complici anche le fortunate trasposizioni cinematografiche- soprattutto presso un pubblico di giovani adolescenti.

Un’occasione non solo per riscoprire il piacere della lettura, provocare e suscitare curiosità nei nostri studenti, ma anche per ricordare tante artiste spesso misconosciute o relegate in ambiti settoriali, cumulativamente etichettate come esponenti di una letteratura in qualche modo considerata “minore”. 

Prof.ssa Marina d’Errico