IMG 85871010Grande successo di pubblico e sala gremita per l’astrofisico di fama internazionale.

Grande successo di pubblico per l’incontro tra Stuart Clark, astrofisico britannico di fama internazionale, e il Liceo Scientifico “G. Marconi”, lo scorso 9 Ottobre, presso la Sala del Tribunale del Palazzo della Provincia di Foggia.

L’evento, fortemente voluto e organizzato dai docenti di matematica e fisica Giovanni Cilfone e Antonio Milazzi ha rappresentato il primo appuntamento del Progetto Cielo, attività interdipartimentale che si svolge da ormai sei anni grazie alla collaborazione dei Docenti di Matematica e Fisica e di Scienze, e all’impegno dei professori Cilfone, Milazzi, Di Adila e De Carlo.

Il Progetto si svolge attraverso attività teoriche, lezioni pratiche e di laboratorio, visite ad osservatori, e incontri con personaggi di rilievo del panorama nazionale ed internazionale.

L’attività si avvale della collaborazione della Società Pugliese di Astronomia, e delle competenze del Dottor Paolo Minafra, responsabile dell’Osservatorio Astronomico di Acquaviva delle Fonti, in Provincia di Bari, e organizzatore di eventi, insieme all’astrofisico Gianluca Masi.

Per l’occasione, il professor Clark ha presentato il suo libro del 2013 The Day Without Yesterday, che è il terzo di una trilogia dedicata a nomi illustri della ricerca scientifica e astronomica, quali Copernico, Keplero, Galilei, Newton, e Einstein.

All’incontro sono intervenuti la Dirigente del Liceo Marconi, professoressa Piera Fattibene; il Dottor Paolo Minafra; l’astrofisico dottor Masi. Interprete Michele Russo, docente di Lingue Straniere. La professoressa Antonietta Pistone, docente di Storia e Filosofia, ha moderato il dibattito.

Il professor Clark, giornalista della BBC, scrittore, e divulgatore storico-scientifico, ha venduto 250.000 copie dei suoi libri: The Labyrinth Dark The Sky; The Sensorium of God; The Day Without Yesterday; The Big Questions: The Universe.

Nell’ultimo lavoro The Unknown Universe, scritto nel 2015, e pubblicato in Italia nel 2017, lo scienziato sostiene che l’universo ci è ancora in larghissima parte sconosciuto, e che solo il 5% circa di esso ci è noto. Ciò che è necessario ancora indagare è sulla sua natura, come essa si trasformi in energia, cosa sono i buchi neri e cosa siano l’energia gravitazionale, l’antimateria e l’energia oscura.

L’universo è in espansione. Secondo la teoria sposata da  gran parte della comunità scientifica esso è nato da materia addensata e fortemente compressa della grandezza di una pallina da tennis, che esplodendo ha dato origine al primo giorno, un giorno senza ieri, perché il tempo è nato insieme all’universo.

In effetti il Big Bang spiega come si sia espanso l’universo, ma non dice nulla, o assai poco, di come esso si sia formato, a partire da quella materia che avrebbe poi innescato la grande esplosione.

Rispondendo ai numerosi quesiti posti in sala dai ragazzi presenti, che hanno vissuto l’interessante esperienza di poter ascoltare dal vivo lo scienziato parlare nella sua lingua madre, potendo a loro volta interagire in inglese con lui, il professor Clark, a proposito dell’ipotesi del Bosone di Higgs, detta anche Particella di Dio, ha riferito che è ancora molto poco conosciuta, e bisogna indagarla a fondo per poter esprimere un esatto parere in merito.

Parlando del dualismo tra Scienza e Fede constata che i due ambiti sono ammissibili entrambi, risultando allo stesso tempo estremamente distanti tra loro.

La scienza insegna l’esercizio del dubbio, e la necessità di sperimentare e di provare concretamente le affermazioni verbali che, prese per se stesse, non possono bastare a giustificare quella che aspira a diventare legge scientifica e teoria.

Senza il consenso pubblico e la divulgazione dei risultati alla comunità scientifica, non esiste teoria, per quanto accreditata, che possa definirsi Scienza, in senso proprio. La Rivoluzione Scientifica, e quella astronomica, che hanno capovolto il geocentrismo medioevale nell’eliocentrismo dell’epoca moderna, non sarebbero mai state possibili senza l’ausilio delle matematiche, che calcolano e misurano i dati, definendo con certezza le grandezze, e riducendo i margini di approssimazione e di errore.